LO STATO DELL'INFORMAZIONE

03.05.2020

Ricorre oggi domenica 3 maggio la Giornata mondiale della Libertà di Stampa. Una data simbolica ma profonda che dovrebbe servire a confrontarci con lo stato della situazione dell'informazione. Leggiamo spesso classifiche, numeri, graduatorie. L'Italia, lo sappiamo, non è messa benissimo. Pochi sono gli stati che possono, tuttavia, vantare un'ampia e condivisa maturità dal punto di vista giornalistico. La nostra generazione ha imparato a vivere con i nuovi media, mezzi potentissimi e fragilissimi al tempo stesso. Quando ho iniziato ufficialmente a studiare comunicazione, nel 2002, avevo una visione dei mezzi di informazione completamente diversa rispetto a quella, comunque limitata, che posso avere ora. Una visione romantica, pur consapevole delle gravi e grandi falle all'interno del sistema. Una visione romantica ma arretrata, focalizzata soprattutto sulla carta e, addirittura, sulla radio. Internet e la comunicazione via etere erano già una realtà seppur acerba. L'approfondimento e l'essenza della notizia erano rintracciabili sui media tradizionali. Ora, da quel 2002, tante cose sono cambiate e lo stesso Internet è maturato e si è evoluto ramificandosi, completando il progetto di rete, in tutte le direzioni. Pensare di informarsi senza il web non è più così semplice, ma al tempo stesso va riconosciuto che è sempre sul web che si può incappare nelle peggiori esperienze. E non si parla solo di fake news.

La giornata, promossa dall'Unesco e proclamata dalle Nazioni Unite nel 1993, rappresenta il nodo centrale col quale fare i conti. Ogni democrazia deve difendere con i denti il sistema di informazione. Sono ancora tanti, troppi i giornalisti incarcerati, imprigionati o torturati perché svolgono la propria professione. A loro è stato dedicato anche il pensiero del Presidente della Repubblica Mattarella: Celebrare nel miglior modo possibile questa giornata significa rendere portare avanti un percorso fatto di principi irrinunciabili ovver libertà di informare, di essere informati, di svolgere una professione senza pressioni o peso e infine di mettere la propria competenza al servizio della comunità e della verità.

Il sito nato oggi www.giornalistiuccisi.it celebra 30 uomini e donne italiani caduti in servizio dal 1960 ad oggi. La Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovic, commentando questa iniziativa, l'ha definita un'opportunità unica di vedere gli essere umani dietro ai professionisti. Ognuno di loro è stato ucciso perché cercava la verità. Una missione tanto importante quanto pericolosa.

Parlare di giornata mondiale della libertà di stampa, però, riflettendo sulla situazione che viviamo può fare riflettere e, in alcuni casi, scoraggiare. Molti dei 47 paesi membri del Consiglio d'Europa sono teatro di azioni di violenza e intimidazioni contro i media, lo dice un rapporto della Piattaforma del Consiglio d'Europa per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti. Inoltre, se alziamo lo sguardo sul mondo, da quando è iniziato il 2020 sono 11 i giornalisti uccisi. I dati ci dicono che è il dato più basso degli ultimi 16 anni, ma al contempo che i paesi considerati sicuri è in diminuzione (24 per cento).

Se attualizziamo la situazione con l'attuale emergenza Coronavirus non farà sicuramente piacere leggere che la Cina è al 177esimo posto della classifica su 180.

Concludiamo citando l'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.

"Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione, tale diritto include la libertà di opinione senza interferenze e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza frontiere". (MDM)

© 2020 La Redazione. Galatina, 73013
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